sabato 18 febbraio 2012

Sogno di una notte di fine estate ovvero alieni a bordo - 1a parte

Cammino lungo uno stretto corridoio. Le pareti sono di metallo grigio e non ci sono finestre, solo alcune porte, anch’esse in metallo. Avverto del movimento sotto ai miei piedi, come un leggero rollio che rende la mia andatura un po’ dondolante. Ma sì, ora ricordo, sono a bordo di un incrociatore.

Illustrazione incrociatore Duca AbruzziAllungo il passo perché devo raggiungere gli altri. Apro una porta alla mia destra ed entro in una stanza che è stata designata come sala comandi e dove la riunione a cui devo attendere è già iniziata. Gli ufficiali e alcuni membri dell’equipaggio presenti indossano abiti civili, non militari, e si respira la tensione per il fatto grave che sta accadendo a bordo: ci sono delle presenze aliene che vogliono impadronirsi della nave ed operano impossessandosi dei corpi delle persone per poi sostituirsi ad esse.
Gli abiti civili servono per confonderli perché ovviamente cercheranno prima di catturare gli ufficiali per poter governare la nave.
In qualche modo dobbiamo affrontare la situazione ed impedire che ciò avvenga. Dobbiamo smascherarli prima che riescano nel loro intento, ma sappiamo che hanno già iniziato a mescolarsi tra di noi occupando i corpi di alcuni compagni caduti.
Parliamo, cerchiamo soluzioni e strategie da mettere in atto.

Improvvisamente entra un uomo trafelato dicendo quasi urlando che gli alieni vogliono rilasciare
una sostanza nell’aria facendola passare per i condotti integrati nella struttura.
Memore di un’esperienza passata, intervengo dicendo che dobbiamo fermarli immediatamente perché si tratta di una sostanza tossica. E’ troppo tardi, la sostanza, che si manifesta in forma di eteree sfere bianche sospese nell’aria prima di dissolversi in gas, è già stata rilasciata e non c’è tempo per correre ai ripari.

Incrociatore in navigazioneAttorno a me vedo alcune persone accasciarsi al suolo. Mi inchino su una ragazza che si tiene sollevata col dorso contro una parete, e la sollecito a non lasciarsi andare, a reagire. Lei mi fa cenno di sì col capo.
Mi rialzo e realizzo che a me, come ad alcuni altri presenti, il gas non sta facendo effetto, perlomeno a quel livello di contaminazione, ma non sappiamo fino a che punto siamo immuni e cosa ci succederebbe se il gas continuasse a diffondersi, per cui decidiamo che è meglio che ci affrettiamo ad individuare le persone prese dagli alieni per neutralizzarle fintanto che siamo in grado di farlo.
Prima però vado di corsa a verificare le apparecchiature scientifiche di bordo. Ripercorro il corridoio a ritroso ed esco dalla porta in fondo che porta in una sala tecnica. Un po’ più in là sulla mia destra e a ridosso della parete ci sono le postazioni scientifiche. Lì due ricercatrici sono all’opera per cercare di fermare la fuga di gas operata dagli alieni e mi riferiscono che sono a buon punto.
Ne prendo atto e mi allontano per raggiungere gli altri: siamo un gruppetto di quattro e assieme iniziamo la caccia agli alieni in giro per la nave.

Poco dopo l’istinto mi dice di tornare alla sala tecnica in quanto è uno dei punti strategici più appetibili per possibili invasori e, come entro nella sala, noto che le due ricercatrici non ci sono più. Giro lo sguardo e le vedo dietro ad una vetrata che separa un piccolo laboratorio situato sul lato opposto rispetto alle apparecchiature. Alle loro spalle c’è la ragazza che avevo lasciato a terra nella sala comandi.
La mia gioia nel vederla viva si smorza subito al suo strano sorriso che fa apparire il suo volto una maschera. Le due ricercatrici mi fanno dei cenni da cui capisco che sono state catturate dagli alieni e che la ragazza è uno di loro. In qualche modo, sapendo di essere perdute, si sono rinchiuse nel laboratorio per impedire all’aliena di fare altre vittime.
---- segue----

5 commenti:

  1. considerandolo un sogno, noi psico avremmo un buon paio d'ore di lavoro !

    RispondiElimina
  2. eh eh! pensa che questo e' uno di quei sogni che considero "normali"!

    RispondiElimina
  3. Ma davvero è un sogno, Marie-Jeanne?
    Aspetto con trepidazione il seguito...
    Ciao e buon lunedì,
    Lara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si Lara, e' un sogno, uno dei tanti. In effetti ho una vita onirica molto piu' ricca dell'esistenza reale!
      Ciao, alla prossima.
      MarieJ.

      Elimina