venerdì 25 novembre 2011

Due passi a Berlino

Berlino - Porta di Brandeburgo
Berlino è la Germania che non ci si aspetta. Città cosmopolita a tratti caotica e a tratti così quieta, appartiene a tutti e a nessuno nello stesso tempo.
In ogni quartiere si respira un'aria diversa e a volte basta girare l'angolo della strada per ritrovarsi immersi in un'atmosfera distinta: quello che era due passi prima è svanito per lasciare il posto ad altre energie in un susseguirsi di sensazioni che sono lì solo per essere colte.
Si vive, si cammina, si lavora in questa città che pare sospesa tra mondi distanti.
Berlino ti accoglie e ti guarda con l'occhio cangiante delle sue realtà, a volte benevolo, altre indifferente. E' triste e allegra, carica del peso della sua storia, ma coraggiosamente aperta al futuro. E fa quasi tenerezza in questo suo respiro di speranza quando sembra dissolversi avvolta dalla nebbia.

Berlino nella nebbia
Berlino - Torre della Televisione - Alexander Platz
Berlino - Carrozza
Berlino - Triciclo
Camminare per le strade di Berlino mi ha fatto pensare a La città sottile del Banco del Mutuo Soccorso, una canzone che trovo le si addica:

Berlino - Tram
LA CITTA' SOTTILE

Tu chi sei, città non città

che vivi appesa in giù alle tue corde d'aria ferma.
Travi, tubi senza dimensioni,
freddi quarzi invecchiati.
I tuoi mille ascensori di carta velina
che vanno su e giù senza posa,
nessuno che scende, nessuno mai sale.

Sottile non città che reggi tutto su niente :
ogni retta poggia su se stessa,
ogni curva su se stessa,
assurdi equilibri spostati.
Luci opache le tue rare stelle,
il tuo sole è spirato.

Che altro ti resta se non l'uomo nudo
che io vedo ogni giorno
quel pazzo padrone,
poeta o predone che vive sull'ultima trave.
Si frega le mani poi ride, o non ride...
saltella leggero
dal trave a una curva
ma oggi l'ho visto tuffarsi nel vuoto
così d'improvviso
però non so dire
se urlasse o ridesse.

Qui il vento non soffia i rumori ma c'è il silenzio
che sa scrivere nell'aria ferma.
Sottile non città fra i tuoi perenni grigi sola.

sabato 19 novembre 2011

Laguna e gabbiani

Gabbiano su battigiaMi piace passeggiare lungo il mare durante le mezze stagioni. In questi periodi dell'anno non ci sono turisti e l'atmosfera è tranquilla, a volte quasi surreale nel suo silenzio assoluto.
Nei luoghi fuori mano, dove la laguna si affaccia al mare aperto e l'acqua salmastra si mescola all'acqua dolce dei fiumi, l'Isonzo, l'Isonzato ed il Tiel, la pace regna sovrana e la natura si esprime al meglio nel suo impercettibile movimento.
Questo è un piccolo paradiso per gli uccelli che qui trovano rifugio e non è raro incontrare stormi interi che fanno tappa durante il loro lungo viaggio migratorio.
Li osservo mentre cammino e respiro con tutti i miei sensi per imprimere nella memoria ogni dettaglio del panorama in cui sono immersa.

Tre gabbiani su acquaIl mare calmo, a volte così piatto da sembrare una lastra d'argento, sussurra lievemente ritirandosi piano piano nel movimento della risacca, quasi a non volersi far sentire per timore di rompere quell'incantesimo.
Ma eccoli lì, i gabbiani, pronti ad alzarsi in volo al minimo movimento e a lanciare i loro richiami ai compagni nel loro linguaggio a noi incomprensibile.
Sono magnifici nel loro candore e sono i veri padroni della costa, cioè di quel luogo che non appartiene né al mare né alla terra e pertanto è punto d'incontro tra mondi visibili ed invisibili. Loro, i gabbiani, probabilmente sanno bene come fare per entrare in contatto con gli spiriti degli elementi e forse per questo sono considerati messaggeri divini dalla Tradizione, oltre che simbolo di libertà. E non può essere diversamente, per capire basta guardarli volare alti sopra il mare, perfettamente a loro agio nel vento come tra le onde.


Gabbiano in voloHo una gran simpatia per i gabbiani, fin dai tempi in cui, ancora adolescente, ho letto per la prima volta la storia del gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, libro cult che ha risvegliato il gabbiano latente che è in molti di noi. Sarò forse una sognatrice, ma ogni volta che vedo dei gabbiani, li guardo attentantamente perchè spero sempre che uno di loro sia il mio Jonathan Livingston.

Gabbiano su briccola"E' buffo. Quei gabbiani che non hanno una méta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque, e in un baleno. Ricordati, Jonathan, il paradiso non si trova né nello spazio né nel tempo, perché lo spazio e il tempo sono privi di senso e di valore." (da Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach)


Il Gabbiano Jonathan Livingston - Audiolibro


Il Gabbiano Jonathan Livingston - Audiolibro
Interpretato da Enzo Decaro
Richard Bach

venerdì 11 novembre 2011

Il Ponte dell'Arcobaleno

La leggenda del Ponte dell'Arcobaleno di cui non si conoscono le origini, è nota ai più, ma ugualmente la pubblico perchè mi piace e perchè ho sempre voluto credere che questo posto esista quando dei miei piccoli compagni di vita a quattro zampe mi hanno lasciata.
Ed è probabilmente vero, come mi è stato confermato da qualcuno che viaggia in altri livelli di realtà, o se preferite in altre dimensioni. Pare che questo posto sia così bello come lo si può immaginare leggendo il testo.

Ponte dell Arcobaleno
RAINBOW BRIDGE

Just this side of heaven is a place called Rainbow Bridge.

When an animal dies that has been especially close to someone here, that pet goes to Rainbow Bridge.
There are meadows and hills for all of our special friends so they can run and play together.
There is plenty of food, water and sunshine, and our friends are warm and comfortable.

All the animals who had been ill and old are restored to health and vigor; those who were hurt or maimed are made whole and strong again, just as we remember them in our dreams of days and times gone by.
The animals are happy and content, except for one small thing; they each miss someone very special to them, who had to be left behind.

They all run and play together, but the day comes when one suddenly stops and looks into the distance. His bright eyes are intent; His eager body quivers. Suddenly he begins to run from the group, flying over the green grass, his legs carrying him faster and faster.

You have been spotted, and when you and your special friend finally meet, you cling together in joyous reunion, never to be parted again. The happy kisses rain upon your face; your hands again caress the beloved head, and you look once more into the trusting eyes of your pet, so long gone from your life but never absent from your heart.

Then you cross Rainbow Bridge together....

Author unknown

Traduzione:
IL PONTE DELL'ARCOBALENO
C'e' un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno".
Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno. Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme. C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene.
Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi.
Quelli che erano feriti o storpi sono di nuovo integri e forti, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati. Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...
Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte. I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza: tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce.
Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso; le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora attraverserete,insieme , il Ponte dell'Arcobaleno.......
Autore Ignoto

venerdì 4 novembre 2011

Lo spreco alimentare

Villaggio di pasta formaggi e cerealiChe esista uno spreco nel settore alimentare è cosa risaputa, ma non pensavo che la situazione fosse così grave come risulta dai dati relativi ad uno studio fatto in Italia e che riporto parzialmente.
Da tenere a mente, nel leggere queste cifre, che per sprechi alimentari si intendono i prodotti scartati dalla catena alimentare (come ad esempio la parte che non viene raccolta nei campi o gli avanzi di produzione), in pratica i prodotti che hanno perso il loro valore commerciale, ma che possono ancora essere destinati al consumo umano.

- Complessivamente quello che viene scartato in Italia in un anno potrebbe dar da mangiare a 44,5 milioni di persone, espresso in cifre si parla di circa 37 miliardi di Euro, ossia il 3% del Pil

- Il 9% dell'ammontare è rappresentato dalla sola carne, pari a 244.252 tonnellate che vengono buttate via; la gestione di questi rifiuti genera un ulteriore spreco di circa 105 milioni di mc. di acqua, libera circa 9,5 tonnellate di anidride carbonica nell'aria a discapito nostro e dell'ambiente e se non bastasse va ad occupare, impoverendoli, 7.920 ettari di terreno, ovviamente tolti all'agricoltura. Senza contare il fatto che questo significa anche che un numero esorbitante di animali vengono allevati in condizioni pietose e sacrificati per nulla!

- Il 3,3% sono prodotti che rimangono nei campi per un valore di quasi 3,8 miliardi di Euro

- Per motivi puramente "estetici" gli ipermercati gettano giornalmente 250 Kg. di alimenti ancora buoni e in totale nella distribuzione si perde quanto sufficiente a ricavare più di 580 milioni di pasti in un anno

- Del cibo ritirato e non scaduto, solo il 4,4% raggiunge le persone in stato di bisogno

- Su base annua, 20 milioni di tonnellate di cibo edibile finisce nella spazzatura dalle case degli italiani e dai campi.

Mi fermo qui, credo sia più che sufficiente per rendere l'idea dell'impatto sociale, economico ed ambientale dello spreco alimentare. In realtà questi sono dati dell'anno scorso, ma nel frattempo non ci sono stati miglioramenti, semmai il contrario.
Ora non voglio fare la manfrina di come stia andando male il mondo o di quanto tutto questo sia sbagliato, certo è che dobbiamo tener presente che le risorse di Nostra Madre Terra non sono infinite e che siamo ormai quasi arrivati ad un punto di non ritorno, e qui mi riferisco ai modelli economici vigenti e conseguentemente all'etica accolta da noi occidentali ed ampiamente esportata nel resto del mondo.
Con questo non sto affermando che noi abbiamo in mano il potere di sfamare il mondo, prima di tutti i 10.000.000 di bambini sotto i 5 anni che muoiono di fame ogni anno (dati UNICEF), ciò nondimeno è giunto il momento di adottare costumi più sobri prestando maggiore attenzione alle nostre scelte di vita che devono ora più che mai prescindere dalle influenze mediatiche.
Se è vero che un terzo della popolazione mondiale sfrutta e spreca le risorse che dovrebbero servire a nutrire gli altri due terzi, è anche vero che andando avanti di questo passo non è lontano il tempo in cui due terzi della popolazione spariranno per permettere la sopravvivenza della specia umana. Un terremoto qua, uno tsunami là e Madre Natura si riprenderà quello che le appartiene con il contributo involontario delle multinazionali e di tutti quelli che agiscono spinti dall'avidità.

Riferimenti:
"Libro nero sullo spreco alimentare in Italia" a cura di Luca Falasconi e Andrea Segrè per Last Minute Market, società spinn-off della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna

La foto è un'opera del fotografo inglese Car Warner. Le case sono realizzate con formaggi, i banchi e i cesti con della pasta, cereali e legumi formano il resto della composizione.