Che esista uno spreco nel settore alimentare è cosa risaputa, ma non pensavo che la situazione fosse così grave come risulta dai dati relativi ad uno studio fatto in Italia e che riporto parzialmente.
Da tenere a mente, nel leggere queste cifre, che per sprechi alimentari si intendono i prodotti scartati dalla catena alimentare (come ad esempio la parte che non viene raccolta nei campi o gli avanzi di produzione), in pratica i prodotti che hanno perso il loro valore commerciale, ma che possono ancora essere destinati al consumo umano.
- Complessivamente quello che viene scartato in Italia in un anno potrebbe dar da mangiare a 44,5 milioni di persone, espresso in cifre si parla di circa 37 miliardi di Euro, ossia il 3% del Pil
- Il 9% dell'ammontare è rappresentato dalla sola carne, pari a 244.252 tonnellate che vengono buttate via; la gestione di questi rifiuti genera un ulteriore spreco di circa 105 milioni di mc. di acqua, libera circa 9,5 tonnellate di anidride carbonica nell'aria a discapito nostro e dell'ambiente e se non bastasse va ad occupare, impoverendoli, 7.920 ettari di terreno, ovviamente tolti all'agricoltura. Senza contare il fatto che questo significa anche che un numero esorbitante di animali vengono allevati in condizioni pietose e sacrificati per nulla!
- Il 3,3% sono prodotti che rimangono nei campi per un valore di quasi 3,8 miliardi di Euro
- Per motivi puramente "estetici" gli ipermercati gettano giornalmente 250 Kg. di alimenti ancora buoni e in totale nella distribuzione si perde quanto sufficiente a ricavare più di 580 milioni di pasti in un anno
- Del cibo ritirato e non scaduto, solo il 4,4% raggiunge le persone in stato di bisogno
- Su base annua, 20 milioni di tonnellate di cibo edibile finisce nella spazzatura dalle case degli italiani e dai campi.
Mi fermo qui, credo sia più che sufficiente per rendere l'idea dell'impatto sociale, economico ed ambientale dello spreco alimentare. In realtà questi sono dati dell'anno scorso, ma nel frattempo non ci sono stati miglioramenti, semmai il contrario.
Ora non voglio fare la manfrina di come stia andando male il mondo o di quanto tutto questo sia sbagliato, certo è che dobbiamo tener presente che le risorse di Nostra Madre Terra non sono infinite e che siamo ormai quasi arrivati ad un punto di non ritorno, e qui mi riferisco ai modelli economici vigenti e conseguentemente all'etica accolta da noi occidentali ed ampiamente esportata nel resto del mondo.
Con questo non sto affermando che noi abbiamo in mano il potere di sfamare il mondo, prima di tutti i 10.000.000 di bambini sotto i 5 anni che muoiono di fame ogni anno (dati UNICEF), ciò nondimeno è giunto il momento di adottare costumi più sobri prestando maggiore attenzione alle nostre scelte di vita che devono ora più che mai prescindere dalle influenze mediatiche.
Se è vero che un terzo della popolazione mondiale sfrutta e spreca le risorse che dovrebbero servire a nutrire gli altri due terzi, è anche vero che andando avanti di questo passo non è lontano il tempo in cui due terzi della popolazione spariranno per permettere la sopravvivenza della specia umana. Un terremoto qua, uno tsunami là e Madre Natura si riprenderà quello che le appartiene con il contributo involontario delle multinazionali e di tutti quelli che agiscono spinti dall'avidità.
Riferimenti:
"Libro nero sullo spreco alimentare in Italia" a cura di Luca Falasconi e Andrea Segrè per Last Minute Market, società spinn-off della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna
La foto è un'opera del fotografo inglese Car Warner. Le case sono realizzate con formaggi, i banchi e i cesti con della pasta, cereali e legumi formano il resto della composizione.
Da tenere a mente, nel leggere queste cifre, che per sprechi alimentari si intendono i prodotti scartati dalla catena alimentare (come ad esempio la parte che non viene raccolta nei campi o gli avanzi di produzione), in pratica i prodotti che hanno perso il loro valore commerciale, ma che possono ancora essere destinati al consumo umano.
- Complessivamente quello che viene scartato in Italia in un anno potrebbe dar da mangiare a 44,5 milioni di persone, espresso in cifre si parla di circa 37 miliardi di Euro, ossia il 3% del Pil
- Il 9% dell'ammontare è rappresentato dalla sola carne, pari a 244.252 tonnellate che vengono buttate via; la gestione di questi rifiuti genera un ulteriore spreco di circa 105 milioni di mc. di acqua, libera circa 9,5 tonnellate di anidride carbonica nell'aria a discapito nostro e dell'ambiente e se non bastasse va ad occupare, impoverendoli, 7.920 ettari di terreno, ovviamente tolti all'agricoltura. Senza contare il fatto che questo significa anche che un numero esorbitante di animali vengono allevati in condizioni pietose e sacrificati per nulla!
- Il 3,3% sono prodotti che rimangono nei campi per un valore di quasi 3,8 miliardi di Euro
- Per motivi puramente "estetici" gli ipermercati gettano giornalmente 250 Kg. di alimenti ancora buoni e in totale nella distribuzione si perde quanto sufficiente a ricavare più di 580 milioni di pasti in un anno
- Del cibo ritirato e non scaduto, solo il 4,4% raggiunge le persone in stato di bisogno
- Su base annua, 20 milioni di tonnellate di cibo edibile finisce nella spazzatura dalle case degli italiani e dai campi.
Mi fermo qui, credo sia più che sufficiente per rendere l'idea dell'impatto sociale, economico ed ambientale dello spreco alimentare. In realtà questi sono dati dell'anno scorso, ma nel frattempo non ci sono stati miglioramenti, semmai il contrario.
Ora non voglio fare la manfrina di come stia andando male il mondo o di quanto tutto questo sia sbagliato, certo è che dobbiamo tener presente che le risorse di Nostra Madre Terra non sono infinite e che siamo ormai quasi arrivati ad un punto di non ritorno, e qui mi riferisco ai modelli economici vigenti e conseguentemente all'etica accolta da noi occidentali ed ampiamente esportata nel resto del mondo.
Con questo non sto affermando che noi abbiamo in mano il potere di sfamare il mondo, prima di tutti i 10.000.000 di bambini sotto i 5 anni che muoiono di fame ogni anno (dati UNICEF), ciò nondimeno è giunto il momento di adottare costumi più sobri prestando maggiore attenzione alle nostre scelte di vita che devono ora più che mai prescindere dalle influenze mediatiche.
Se è vero che un terzo della popolazione mondiale sfrutta e spreca le risorse che dovrebbero servire a nutrire gli altri due terzi, è anche vero che andando avanti di questo passo non è lontano il tempo in cui due terzi della popolazione spariranno per permettere la sopravvivenza della specia umana. Un terremoto qua, uno tsunami là e Madre Natura si riprenderà quello che le appartiene con il contributo involontario delle multinazionali e di tutti quelli che agiscono spinti dall'avidità.
Riferimenti:
"Libro nero sullo spreco alimentare in Italia" a cura di Luca Falasconi e Andrea Segrè per Last Minute Market, società spinn-off della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna
La foto è un'opera del fotografo inglese Car Warner. Le case sono realizzate con formaggi, i banchi e i cesti con della pasta, cereali e legumi formano il resto della composizione.
Nessun commento:
Posta un commento